" questo spazio è stato pensato per dare un’opportunità agli studenti di architettura di Trieste di trovarsi, conoscersi e scambiarsi notizie informazioni esperienze….
come tutti sappiamo bene la situazione della facoltà è piuttosto precaria: mancanza di una sede, carenza di spazi, penuria di attrezzature, precarietà dei docenti… sono tutte condizioni che minano le nostre possibilità di vivere l’esperienza universitaria in maniera piena e produttiva. "
29 marzo 2010
"Architectura sine luce nulla architectura est"*| Alberto Campo Baeza
La luce è materia e materiale (Sulla naturmateriale della luce)
Quando, infine, un architetto scopre che la luce è il cardine dell'architettura, solo allora inizia a capire qualcosa, a essere un vero architetto.
La luce non è un'entità vaga, diffusa, che si dà per certa perché è sempre presente. Il sole non sorge invano per tutti e tutti i giorni. Al contrario la luce, con o senza teoria corpuscolare, è qualcosa di concreto, preciso, continuo, certo.
È materia misurabile e quantificabile, come ben sanno i fisici ma sembrano ignorare gli architetti.
La luce, così come la gravità, è una realtà inevitabile. Fortunatamente inevitabile, poiché, in definitiva, I'architettura si è sviluppata nel corso della Storia grazie a questi due elementi primigeni: luce e gravità.
Gli architetti dovrebbero sempre portare con sé una bussola (per la direzione e I'inclinazione della luce) e un fotometro (per misurarne la quantità), così come si ricordano del metro, della livella e del piombino.
Se la lotta per vincere, piegare la gravità si realizza in un dialogo che genera I'architettura, la ricerca della luce e la relazione che con essa si instaura sono i fattori che portano tale dialogo ai livelli più sublimi. Si scopre allora, felice coincidenza, che la luce è in verità la sola in grado di vincere la gravità.
Così, quando I'architetto riesce a ingannare il sole, la luce, perforando lo spazio creato da strutture più o meno massicce, rompe I'incantesimo e fa sì che tale spazio fluttui, leviti, voli. Santa Sofía, il Pantheon o Ronchamp sono prove tangibili di questa portentosa realtà.Potremmo quindi dire che la chiave risiede nella comprensione profonda della luce come materia, come materiale, un materiale moderno? Non potremmo dire che è giunto il momento, nella Storia dell´architettura, quel momento terribile ed emozionante, di affrontare la luce? Sia fatta la luce! E luce fu. Il primo materiale della creazione, il più eterno e universale, assurge così a elemento centrale della costruzione, della creazione dello spazio, nel senso più moderno del termine.
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(*) ll presente saggio costituisce una sintesi della versione inglese editata di seguito. L’articolo in italiano è apparso sul numero di Domus n.760, 1994. Si ringrazia l’Autore per la disponibilità alla rieditazione.
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