" questo spazio è stato pensato per dare un’opportunità agli studenti di architettura di Trieste di trovarsi, conoscersi e scambiarsi notizie informazioni esperienze….
come tutti sappiamo bene la situazione della facoltà è piuttosto precaria: mancanza di una sede, carenza di spazi, penuria di attrezzature, precarietà dei docenti… sono tutte condizioni che minano le nostre possibilità di vivere l’esperienza universitaria in maniera piena e produttiva. "

29 marzo 2010

Premio Pritzker 2010 | Sanaa!!


"Architectura sine luce nulla architectura est"*| Alberto Campo Baeza




La luce è materia e materiale (Sulla naturmateriale della luce)

Quando, infine, un architetto scopre che la luce è il cardine dell'architettura, solo allora inizia a capire qualcosa, a essere un vero architetto.
La luce non è un'entità vaga, diffusa, che si dà per certa perché è sempre presente. Il sole non sorge invano per tutti e tutti i giorni. Al contrario la luce, con o senza teoria corpuscolare, è qualcosa di concreto, preciso, continuo, certo.
È materia misurabile e quantificabile, come ben sanno i fisici ma sembrano ignorare gli architetti.
La luce, così come la gravità, è una realtà inevitabile. Fortunatamente inevitabile, poiché, in definitiva, I'architettura si è sviluppata nel corso della Storia grazie a questi due elementi primigeni: luce e gravità.
Gli architetti dovrebbero sempre portare con sé una bussola (per la direzione e I'inclinazione della luce) e un fotometro (per misurarne la quantità), così come si ricordano del metro, della livella e del piombino.
Se la lotta per vincere, piegare la gravità si realizza in un dialogo che genera I'architettura, la ricerca della luce e la relazione che con essa si instaura sono i fattori che portano tale dialogo ai livelli più sublimi. Si scopre allora, felice coincidenza, che la luce è in verità la sola in grado di vincere la gravità.
Così, quando I'architetto riesce a ingannare il sole, la luce, perforando lo spazio creato da strutture più o meno massicce, rompe I'incantesimo e fa sì che tale spazio fluttui, leviti, voli. Santa Sofía, il Pantheon o Ronchamp sono prove tangibili di questa portentosa realtà.Potremmo quindi dire che la chiave risiede nella comprensione profonda della luce come materia, come materiale, un materiale moderno? Non potremmo dire che è giunto il momento, nella Storia dell´architettura, quel momento terribile ed emozionante, di affrontare la luce? Sia fatta la luce! E luce fu. Il primo materiale della creazione, il più eterno e universale, assurge così a elemento centrale della costruzione, della creazione dello spazio, nel senso più moderno del termine.
>read more

(*) ll presente saggio costituisce una sintesi della versione inglese editata di seguito. L’articolo in italiano è apparso sul numero di Domus n.760, 1994. Si ringrazia l’Autore per la disponibilità alla rieditazione.

25 marzo 2010

Rifornimento di cultura ULTIMI GIORNI

grazie dei contributi ricevuti! continuate e spargete la voce!! scrivete anche quali tipologie generali di libri secondo voi mancano e sono importanti: tecnici, di progetti, di teoria, saggi e scritti di architetti... penso che daremo delle linee guida più che singoli titoli, ma tutte le proposte sono ben accette!!
anna

Niyang River Visitor Center | Standardarchitecture-Zhaoyang Studio



Architects Standardarchitecture-Zhaoyang Studio have completed a visitors centre next to a river in Tibet.
The building was constructed using local vernacular techniques and brightly coloured pigments from local minerals have been painted directly onto the stone walls of the interior..Called Niyang River Visitor Center, the building contains a ticket office, changing room and bathroom. >read more

23 marzo 2010

ctrl X su Facebook


Vi informo che da oggi si può seguire il blog anche dal social network più famoso

Link:

http://www.facebook.com/group.php?gid=106376676051042&ref=mf

Rifornimento di Cultura

buongiorno a tutti voi che seguite con entusiasmo questo blog, e anche a chi è la prima volta che si immerge nel mondo di ctrl-x...
sta accadendo finalmente qualcosa di buono e utile per questa nostra piccola facoltà! ma serve il contributo di tutti voi!
se qualcuno ti dicesse "Ti regalo un libro per la biblioteca, quale vorresti?" cosa risponderesti?
Questo sta accadendo proprio a te... ma di cosa ha bisogna la nostra biblioteca di architettura? cosa ti serve per studiare, conoscere, aggiornarsi, imparare?
manuali, monografie, riviste (quali?), saggi, libri antichi o nuovi, architettura contemporanea, ...
commenta questo post con le tue idee e richieste!!
hai tempo fino a venerdì, approfitta!
buoni progetti
anna

19 marzo 2010

Pavilions at the 2010 World Expo in Shanghai

La costruzione dei padiglioni dell'Expo di Shanghai è quasi terminata.

Le foto sono disponibili qua.

Conferenza Martin Krammer_ROCK AND ROSES


CORSO DI COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA 4
LUNEDI' 29 MARZO - ORE 11.00
Aula 1B, Edificio H3

MARTIN KRAMMER - GRAZ
ROCKS AND ROSES


www.innocad.at

18 marzo 2010

eVolo Skyscraper Competition 2010

eVolo Magazine is pleased to announce the winners of the 2010 Skyscraper Competition. Established in 2006, the annual Skyscraper Competition recognizes outstanding ideas that redefine skyscraper design through the use of new technologies, materials, programs, aesthetics, and spatial organization. The award seeks to discover young talents whose ideas will change the way we understand architecture and its relationship with the natural and built environments.

Iguchi Iroshi



da Dcasa del 9mbre 2009

L'opinione di...

da Dcasa del 9mbre 200otto

17 marzo 2010

Libro | Il buon abitare di Ábalos Iñaki


"Il buon abitare" studia le relazioni esistenti tra le diverse modalità dell'abitare, le correnti del pensiero contemporaneo, le forme della casa e i modi di progettarla.

La tecnica espositiva scelta è quella della visita guidata ad un piccolo gruppo di case, reali o immaginarie, attraverso le quali restituire un panorama descrittivo di ciò che il XX secolo ci ha lasciato in eredità. Per riuscire nell'intento l'autore opera una riduzione, che consiste nel rendere visibili i vari archetipi attraverso esaltazione dei loro tratti più evidenti: come succede nelle caricature, isolando solo alcuni aspetti particolari ci si allontana dalla realtà ma si chiariscono le differenti caratteristiche peculiari.

Non si tratta di un manuale di architettura domestica: il testo non vuole essere una riflessione sulle tecniche progettuali bensì sui modi di abitare, di appropriarsi dello spazio privato e, per estensione, dello spazio pubblico: una riflessione, dunque, sulla qualità dell'abitare. Per questo l'autore ha utilizzato un linguaggio non specialistico e, soprattutto, riferimenti che appartengono più alla cultura generale che all'ambito strettamente disciplinare. Di fatto il saggio scorre con ritmo rapido, nella convinzione, espressa dallo stesso autore, che i migliori libri siano quelli che possiamo fare nostri e sviluppare in direzioni imprevedibili.

Arquitectura Viva


AV Monografias nº 138 VII-VIII 25€ LATIN AMERICA 2009


Arquitectura Viva nº 127 VII-VIII 18€ Placeres del Agua

http://www.arquitecturaviva.com/

16 marzo 2010

ACMA WORKSHOP

JOÃO GOMES DA SILVA - ANA KUCAN

ORTI SPONTANEI E REALTA' AGRICOLE URBANE

milano, 30 giugno – 4 luglio 2010



Crescono ovunque sotto i nostri occhi approfittando di spazi interstiziali tra le infrastrutture, privilegiano i terreni in attesa ai bordi di nuove urbanizzazioni, sfruttano improbabili linee d'acqua e seguono le tracce di sentieri clandestini, connotano dalle autostrade il paesaggio delle periferie delle grandi città: sono conosciuti come "orti spontanei", "orti abusivi" e rappresentano un fenomeno in larga espansione nei periodi di crisi, come risposta alla sussistenza economica delle famiglie. Ad essi alcune amministrazioni assegnano oggi un valore di aggregazione sociale, di controllo del territorio e quello non secondario legato al benessere fisico della popolazione anziana.
Come sostenere questa forma di appropriazione del territorio organizzando, strutturando e gestendo il progetto di nuovi orti urbani? Come relazionare tale fenomeno con i processi di valorizzazione dell'agricoltura periurbana? Quali sono i modelli produttivi e distributivi, complementari o alternativi alla grande distribuzione alimentare, in grado di integrare l'esigenza di una alimentazione consapevole, controllata e auto-prodotta, maggiormente aderenti ai principi della sostenibilità ambientale? Come tutto questo può tradursi in un contributo alla strutturazione del paesaggio rurale delle nostre città?



ATTIVITA'/ PROGRAMMA
Il workshop contempla una serie di apporti teorici giornalieri (lezioni dell'autore attinenti il tema) e si svilupperà in tre fasi pratiche:conoscenza ed interpretazione del luogo (visione dei materiali e dell'area); elaborazione del progetto (singolarmente o in gruppo); dibattito e presentazione delle proposte.

ISCRIZIONI
Il workshop fa parte del programma di Master in Architettura del Paesaggio e di Formazione Permanente della UPC di Barcellona/ACMA Milano. Si configura come un corso intensivo di perfezionamento ed aggiornamento rivolto a: diplomati, studenti e laureati nelle discipline di carattere tecnico-scientifico legate alla gestione del territorio (architettura, architettura del paesaggio, ingegneria, scienze ambientali, scienze naturali, scienze agrarie e forestali, beni culturali, antropologia, sociologia, urbanistica, scienze e politica del territorio ecc.). In particolare è indicato al personale, ai collaboratori e ai consulenti dei parchi e delle soprintendenze, agli studi professionali che operano nelle progettazione ambientale. Le iscrizioni verranno raccolte fino al raggiungimento del numero massimo di partecipanti previsto.



Per informazioni:
ACMA Centro di Architettura
via Antonio Grossich 16, 20131 Milano
Tel. +39 02.70639293 Fax.+39 02. 70639761
acma@acmaweb.com www.acmaweb.com

Quart Verlag | Baserga Mozzetti




Vi segnalo una rivistacasa editrice Svizzera molto interessante e la sua ultima pubblicazione!

15 marzo 2010

Abitare..

Abitare é in qualche modo un fare coincidente con un farsi: é un darsi forma dando forma alle cose. [...]
Abitare é un' esperienza che si attiva non solo nello spazio, ma anche nel tempo. [...]
Le sue forme saranno quindi instabili e mutevoli.
"Non esiste forma, in quanto la forma attiene a ció che é immobile, mentre le realtá é in movimento. Reale é solo il vcambiamento continuo di forma: la forma non é altro che un' istantanea presa su una transizione".

da Dell'abitare di Maurizio Vitta

11 marzo 2010

El Croquis nº148 | Experimentos Colectivos

> RESIDENTIAL COMPLEX IN VAQUERÍA CARME DE ABAIXO
> RESIDENTIAL COMPLEX IN PUENTE SARELA
> RESIDENTIAL COMPLEX IN CARAMONIÑA
> 'LA OLMEDA' ROMAN VILLA
> VIGO COLLEGE OF ARCHITECTS
> HOUSE ON A HILLSIDE
>HOUSE FOR A MAGICIAN
> FLOORLESS PATIO HOUSE
> WATER MUSEUM
> HOTEL AIRE DE BÁRDENAS
> 27 SOCIAL DWELLINGS FOR YOUNG PEOPLE
> DIAGONAL 80 INDUSTRIAL BUILDING
> CHERRY BLOSSOM PALACE
> PINE GROVE PARK
> NATIONAL ENERGY MUSEUM

09 marzo 2010

Il flop della Maddalena


LA MADDALENA

C'era una volta l'isola che doveva essere e non è più. C'è ora la Maddalena usa e getta. Prima tirata a lucido in abito da festa e poi, dopo il G8 fantasma traslocato all'Aquila, lasciata sola con il suo sogno infranto e i suoi cocci da raccogliere. Trecentotrenta milioni investiti - presi in larga parte dal bilancio e dai contributi per la Regione Sardegna - e neanche un posto di lavoro. A casa, da tre giorni, anche i 23 guardiani maddalenini che sorvegliavano le belle e incompiute cattedrali sul mare. Dove adesso regnano l'abbandono, l'incuria e il degrado. Di chi è la colpa del flop?

LE GRANDI INCOMPIUTE
Sono le due mega-opere costruite nell'ex Arsenale e nell'ex ospedale militare: una, la grande area dove si sarebbe dovuto svolgere il vertice dei grandi del mondo - andata in gestione per 40 anni a prezzo di saldo alla Mita Resort di Emma Marcegaglia, l'unica che da questa storia ci ha davvero guadagnato e guadagnerà - ; l'altra, l'hotel cinque stelle plus, costato, solo quello, 75 milioni, 742 mila euro a stanza e però nessun imprenditore ne vuole sapere. Uno scenario desolante che Repubblica ha documentato con un video esclusivo e con una serie di immagini. Un viaggio dentro una delle più grosse "incompiute" nella storia delle opere pubbliche (progettata, appaltata, eseguita e consegnata in poco più di un anno). E sulla quale sono aperte due indagini. Cosa ha lasciato in eredità alla Maddalena il G8 mancato? Quanto è costato? Chi ci ha speculato trasformando quello che doveva essere un volano per la stagnante economia dell'isola - già penalizzata da mezzo secolo di monocultura militare - in un affare per pochi? Quale futuro avranno le strutture tirate su in fretta e furia che ora languono nel silenzio generale e nell'imbarazzo di molti?

DOPO LA BEFFA I DANNI
Ci sono fantasmi che producono fantasmi. E i fantasmi costano. Anche solo per tenerli in vita. Era il 23 aprile 2009 quando Berlusconi annunciò lo spostamento del G8 nell'Abruzzo colpito dal terremoto. Nove mesi e 327 milioni dopo (tanto sono costati, stando ai dati della Protezione civile, i lavori alla Maddalena) la scena sull'isola "scippata" - come ripetono i 12mila abitanti e il sindaco Pd Angelo Comiti - è desolante. Il problema non sono i cantieri ancora aperti (sul lato est dell'ex Arsenale) e le ruspe che lavorano per ampliare un'area che Berlusconi aveva candidato ad ospitare una decina di incontri internazionali (finora ci hanno fatto solo il vertice italo-spagnolo). E nemmeno la nuova corsa contro il tempo per la Louis Vuitton Cup, a maggio, che tutti aspettano come un cerotto per curare le ferite. Il problema è che le strutture che dovevano accogliere Obama e gli altri sette capi di Stato versano, oggi, in condizioni penose. "Dopo il danno la beffa, e ora i danni", chiosa l'assessore provinciale all'ambiente Pierfranco Zanchetta.

TUTTO IN MALORA
Entri nella hall dell'albergo 2, quello che avrebbe ospitato Barack Obama e la delegazione americana. Cammini sul pavimento di marmo bianco intarsiato che i potenti della terra non hanno mai calpestato. Piove dentro. L'acqua scende dal tetto dove hanno costruito la piscina. Il vento e le infiltrazioni hanno provocato danni: parti di soffitti crollati, tubi e cavi a vista perché i pannelli che li contenevano sono venuti giù. Dei tappeti disegnati da Antonio Marras - lo stilista sardo che ha curato tutti gli interni delle aree ospitalità dell'ex Arsenale militare - tra un po' si avrà traccia solo sull'ambizioso catalogo delle opere della struttura della missione G8 (affidata all'ingegner Mauro della Giovampaola). Lo stesso vale per i quadri fotografici "navali" di Luca Cittadini. Pareti scrostate per l'umidità, calcinacci, attrezzi lasciati lì in attesa che qualcuno li riprenda in mano: così appare oggi la hall dell'hotel con vista sulla darsena che può ospitare 700 barche. "Lo stato di queste strutture è una delle tante vergogne e ora qualcuno dovrà risponderne" dice Pio Palazzolo, memoria storica dell'isola e già componente del Comitato paritetico per le servitù militari in Sardegna.

L'ARCHISTAR DELUSO
Accanto alla hall c'è un edificio che doveva essere un teatro. Le porte sono scardinate, così come quelle della "Casa sull'acqua" - o sala conferenze - la strabiliante scatola di vetro posata sul mare progettata dall'architetto Stefano Boeri. Il vero gioiello dell'ex Arsenale, costo, comprensivo dell'area delegati, 52 milioni e 100. "Gli edifici vanno usati, altrimenti deperiscono", ragiona Boeri. Dice di aver lavorato - assieme a 1600 operai impiegati giorno e notte - "per garantire una doppia vita a queste strutture: per il G8 e per il dopo G8. Ma io non ci vado da un mese... Com'è la situazione adesso?". Magari quello che chiamano hotel Obama, al centro dell'Arsenale, in futuro ospiterà flussi ininterrotti di convegnisti e di ricconi che approderanno qui coi loro megayacht. Ora però ha un aspetto desolante. Comunque lontano dall'aggettivo "affascinante" usato da Vasco De Cet, dirigente della Mita Resort. A piano terra la zona spa è completamente abbandonata: tutto, gli hammam, le saune, la grande vasca idromassaggio al centro della sala, parquet e vista mozzafiato sul mare, i lettini per i messaggi, quelli della zona relax, i bagni, gli spogliatoi, tutto è in balia del freddo e dell'umidità. Poi c'è la "stecca", un edificio basso e lungo e stretto, tipo striscia. Dovevano essere piccoli appartamenti. Ma i pavimenti non ci sono ancora, un colpo di maestrale ha scoperchiato una parte del tetto e chissà con l'aria che tira che fine faranno gli intarsi in finto marmo - in realtà polistirolo - che decorano gli angoli delle pareti esterne.

CATTEDRALE NEL DESERTO
A che cosa servirà questo paradiso di cemento, pietra e vetro costruito alla velocità della luce? Centocinquantamila metri quadrati e un futuro incerto: la Louis Vuitton Cup a primavera, e poi? "Io spero che diventi un polo nautico e multifunzionale, così com'era stato pensato", dice ancora Boeri, "ottimista" ma forse non fino in fondo. Il vero problema, però, l'opera che davvero preoccupa di più, è l'ex ospedale militare. Sedicimila e 800 metri quadri trasformati in un hotel di lusso. Facciata bianca che corre lungo la strada, con il mare di fronte ma non accessibile perché nessuno ha pensato di fare un accesso all'acqua cristallina, una banchina, una spiaggia. Un'opera da 75 milioni, 101 camere costate ognuna 742 mila euro. Spettrale. Una scatola vuota - questa sì riscaldata tutto il giorno e illuminata di notte con livide luci violette che sbattono sulla facciata. Nessuno lo vuole l'hotel. Il bando di gara, il 23 settembre 2009, è andato deserto. "A quale imprenditore conviene prendersi una struttura così, con questi costi e con tutte le pecche che presenta? Bertolaso promise che sarebbe stata fatta una nuova gara - stringe le spalle l'assessore Zanchetta - e che c'era una catena alberghiera interessata. Ma, ad oggi, tutto tace". Intanto è cresciuta l'erba davanti alla facciata che a prima vista ricorda un po' la Casa bianca. C'è un guardiano. Potrebbe restare lì a lungo. Se e fino a quando qualcosa si muoverà. Chi ha il dovere politico di prendere in mano il "pacco" dell'hotel e levare le castagne dal fuoco? "La proprietà è ancora della Marina militare (a differenza dell'ex Arsenale già ceduto alla Regione) - informa il sindaco Comiti - Potrebbero anche decidere di riprendersela loro e farci qualcosa. A meno che a breve diventi anche questo della Regione".

CONTI ALLE STELLE
I costi. Tutto iniziò il 28 maggio 2008 e tutto finì, con la bella favola spezzata, il 31 maggio 2009. "Volevamo rilanciare quest'isola, farla decollare come una Davos mediterranea - dice l'ex presidente della Regione Renato Soru - e invece, se va bene, ci ritroveremo con un grande villaggio turistico avulso dalla città". E se invece andasse male, visto che l'aria non sembra delle più elettrizzanti? "Non ci voglio nemmeno pensare. Siamo sardi e non permetteremo che queste opere, costate uno sproposito, molte anche inutili, rimangano lì a marcire dopo che il governo ha avuto la non brillante idea di dirci che eravamo su Scherzi a parte". Il non-G8 alla Maddalena è costato 327 milioni (il conto finale era 377 ma 50 sono stati risparmiati dopo il trasferimento all'Aquila). 209 milioni sono stati spesi per demolire, bonificare (era pieno d'amianto, 22 milioni solo per questo) e ristrutturare l'Arsenale. Dice Soru: "Il colmo è che sono costruzioni compiute e inutilizzate. Nella fretta è stato speso più del necessario, e nella fretta è stato svenduto - praticamente regalandolo alla Mita Resort - l'Arsenale. La Regione, proprietaria della struttura, è stata tagliata fuori, e oggi è totalmente immobile".

CHI CI HA GUADAGNATO
La Mita Resort, dunque. Alla società di Emma Marcegaglia è andata di lusso. La base di gara per l'assegnazione della gestione dell'Arsenale prevedeva una quota minima una tantum di 40 milioni (da versare sul conto del soggetto attuatore, responsabile per conto di Bertolaso per contratti e pagamento dei lavori) e la proposta di un canone annuale di concessione destinato alla Regione Sardegna. Si è presentata solo la Mita Resort: 41 milioni una tantum e canone da 600 mila euro l'anno alla Regione spalmato su 40 anni (50 mila euro al mese). In tutto 68 milioni. Niente male come affitto per 30 anni più 10 (indennizzo post-trasferimento all'Aquila). Che cosa ci faranno ancora all'Arsenale non è dato sapere (a parte la Louis Vuitton). "Questa struttura a regime potrà ospitare più di 5mila persone, sarà uno snodo cruciale per la nautica da diporto", promette il manager Vasco De Cet.

DUBBI DA CHIARIRE
C'è ancora molto da capire qui alla Maddalena. Come è andata davvero l'assegnazione degli appalti? Il carabinieri del Ros, su ordine della procura di Firenze, hanno avviato un'indagine ancora aperta. Un altro problema sono i soldi stanziati per lavori che non sono stati ancora eseguiti. Sugli isolotti di Razzoli e Santa Maria, che fanno parte dell'arcipelago-parco naturale, ci sono due fari della prima metà dell'800 che dovevano essere recuperati. Novecentomila euro di spesa ma i fari sono ancora lì come prima. Una storia su cui sta indagando la Guardia di Finanza di Olbia-Tempio Pausania.

ACCAMPATI IN TENDA
Chiarissima è invece la situazione per i maddalenini che speravano, con le opere del G8, di trovare un lavoro. A fronte del maxi-investimento, oggi, non c'è nemmeno un assunto. Gli unici che avevano avuto uno stipendio (molto precario) erano i 23 guardiani della Nautilus, una subappaltata per la sorveglianza dell'Arsenale. Domenica notte sono stati liquidati con una stretta di mano da De Cet della Mita Resort. Che faranno, adesso? Sono ancora accampati fuori dai cancelli, al freddo e con le tende sollevate dalle raffiche di vento. Dicono che non se ne andranno. Ma il piatto resterà vuoto. "Con opere da 330 milioni, in proporzione, si dovevano creare almeno 500 posti di lavoro. E invece niente". Luigi Plastina, guardiano licenziato, dorme da una settimana in tenda con la moglie, un forno da campeggio e l'acqua sotto i piedi. "Questo è il mio G8".

da La Repubblica del 28 gennaio 2010

lotus 140 | Sustainability?



Anna HeringerDESI, Rudrapur, Bangladesh, 2007-08METI (Handmade School), Rudrapur, Bangladesh, 2005
Keio University Shigeru Ban + Hironori Matsubara Laboratory Chengdu Hualin Elementary School, Chengdu, China, 2008
Arup Associates Druk White Lotus School, Shey, Ladakh, India, 2002
Design Build Bluff Rosie Joe House, Navajo Nation, Arizona, 2003-04
Rural Studio Roundwood House, Greensboro, Alabama, 2007-08
Kere Architecture Primary School and Extension, Gando, Burkina Faso, 2001, 2008Secondary School, Dano, Burkina Faso, 2007
Earthship BiotecturePhoenix Earthship, Taos, New Mexico, 2008
Hiroshi Iguchi Millenniumcity, Chiba, Japan, 2008
Richard Ingersoll Questione ecologica in architettura
Skidmore, Owings & Merrill LLP7 World Trade Center, New York, 2002-06
Stefano Boeri La Maddalena Ex Arsenale, Sardegna, 2009
William McDonough + PartnersBernheim Arboretum Visitors Center, Clermont, Kentucky, 2005
Arup Associates Citi Data Centre, Frankfurt, Deutschland, 2006-08
Glenn Murcutt & Associates and Troppo Architects Bowali Visitor Centre, Kakadu National Park, Australia, 1992-94
Richard Murphy Architects British High Commission, Colombo, Sri Lanka, 2001-08
Lacaton & Vassal Hall 7, Paris-Nord Villepinte, Paris, 2005-07
Rogers Stirk Harbour + Partners National Assembly for Wales, Cardiff, Wales, 1998-2005
Alejandro Aravena Torres Siamesas, Santiago de Chile, 2003-05
Giuseppe Dematteis La sostenibilità territoriale dello sviluppoThe Territorial Sustainability of Development
R&Sie(n) Hybrid Muscle, Chang Mai, Thailand, 2003
Kieran Timberlake Cellophane House, New York, 2008
Loco Architects Manabu + Nez Experimental House, Tsukuba, Japan, 2005
I/O Platform SYNTHe Green Roof, Los Angeles, 2009
Sambuichi Architects Inujima Art Project “SEIRENSHO”, Inujima, Okayama Prefecture, Japan, 2008
Foster + Partners Masdar Masterplan Development, Abu Dhabi, 2007
OMA Zeekracht Masterplan, The North Sea, The Netherlands
Shigeru Ban Architects Nomadic Museum, New York, 2005, Santa Monica, Los Angeles, 2005, Tokyo, 2007Artek Pavilion, Milano, 2007
Hiroshi Iguchi Camouflaged House 3, Nagano, Japan, 2008
FAR frohn&rojas Wall House, Santiago de Chile, 2004-07
Mirko Zardini Diversi modi per diventare verdi, ecologici e sostenibili Different Ways of Becoming Green, Environmentally Friendly and Sustainable
Rogers Stirk Harbour + Partners Oxley Woods – Design for Manufacture, Milton Keynes, UK, 2005
Ecosistema Urbano Eco-Bulevar, Vallecas, Madrid, 2004-07
ZED factory ltdBeddington Zero (Fossil) Emissions Development, Sutton, London, 1999-2002
Thomas Herzog Solar City, Pichling, Linz, Österreich, 1995

Amir Djalali con/with Piet Vollaard Sustainability: A Historical Map

08 marzo 2010

Jun Iragashi Architects



Oggi vi segnalo un' architetto e le sue opere.
Lui é Jun Iragashi, classe ´70. Pubblicato su varie riviste di settore, l'architetto é noto soprattutto per una serie di case realizzate: layered house, House O, il progetto per Ordos 100.



05 marzo 2010

Solit Poetry



Solit Poetry fa parte di quei materiali che in gergo tecnico vengono definiti “smart materials” e cioè di tutta una nuova serie di prodotti iperperformanti capaci di cambiare la propria struttura, composizione, forma o funzione a seconda degli input esterni.

La superficie del cemento è stata trattata con inchiostri termocromici stampati per serigrafia. Il disegno appare progressivamente solo quando il cemento viene bagnato con acqua o con vapore. Il disegno che appare è il risultato di una reazione reversibile, per cui scompare appena il cemento asciuga

Ovviamente le applicazioni, oltre che per le pavimentazioni, riguardano le superfici verticali degli ambienti esterni come giardini e spazi pubblici, pronti a regalare esperienze inaspettate per i fruitori soprattutto nei momenti più tristi come quelli di pioggia (almeno fin’ora!). La sensazione e l’effetto sono bellissimi e sarebbe altrettanto bello, seppur in una giornata piovosa, vedere inaspettate texture comparire e decorare interi palazzi e superfici di cemento. C’è solo da scatenare la fantasia!

Conferenze......

Vi posto il calendario delle lezioni e "C"onferenze di Progettazione III
[assolutamente da non perdere!!!!
BAAS _ 19/04
OFIS _17/05
GASPARIN&MEIER _ 31/05] .
Il laboratorio é organizzato da Piero Zucchi e Stefano Gri, meglio conosciuti con GeZa.

Qui il sito: http://www.didato-meninno.com/?l=it&p=progetto&c=10-&id=92
Qui il sito di architettura: http://www.geza.it/

03 marzo 2010

Materia 65 | Architetture Attive

Progetti
LIN---------------------------- Città del Design Saint'Etienne
Toyo Ito------------------------ I World Games 2009 a Kaohsuing
3XN Architecten---------------- Padiglione Louisiana
Simone Micheli----------------- Stand Fiandre - Cersaie 2009 Bologna
Amanda Levete Architects------ 10 Hills Place
Rusan Arhitektura Lumenart--- House of light, Edificio per uffici
Faro Architecten---------------- Steigereiland 2.0
Brut Deluxe--------------------- Klosk M. Poli

Tecnica
Attivo o Dinamico? Ecosostenibilità Futuribile
Domotica: La casa attiva