" questo spazio è stato pensato per dare un’opportunità agli studenti di architettura di Trieste di trovarsi, conoscersi e scambiarsi notizie informazioni esperienze….
come tutti sappiamo bene la situazione della facoltà è piuttosto precaria: mancanza di una sede, carenza di spazi, penuria di attrezzature, precarietà dei docenti… sono tutte condizioni che minano le nostre possibilità di vivere l’esperienza universitaria in maniera piena e produttiva. "

30 aprile 2009

Conferenza




18 maggio 2009, ore 15.00, aula 2B, edificio H3, conferenza

Conferenza

http://www2.units.it/~architet/studenti/pdf/conf_zanetti120509.bmp


12 maggio 2009, ore 11.00 Aula 1B, edificio H3 conferenza di Adolfo Zanetti

Materia 61

Materia 61
E' uscito l'ultimo numero di Materia. Il numero 61 in cui si parla di tutto ciò che è "texture". I progetti presi a riferimento:

Herzog & de Meuron Tea, Spazio delle Arti
Yamashitasekkei Edificio Ginza 7 a Tokio
Mecanoo Architecten Edificio A308 Fiftytwodegrees
Architects Lahdelma & Maahlamaki Centro Marittimo Vellamo
Ipostudio Open Lab
Estudio. Centro Specialistico di Diagnosi e Cura Cedt di Daimiel
Fabio Novembre Negozio Stuart Weitzman
Nagaishi Architecture Louis Vuitton Nagoya Midland Square


Per coloro che sono invece interessati al numero sul colore, il 60, questo è scaricabile da internet.

28 aprile 2009

GOODBYE TRIESTE!

Penso che il ctrlx, i suoi bloggers e non solo, vorrebbero un'ultima grande assemblea di fine anno con tutti gli studenti.Tutti.
Non so ancora se gli studenti di architettura di Trieste del primo,secondo e terzo anno si siano ancora resi conto di ciò che gli toccherà vivere dal prossimo anno!
Ma facciamo un esempio per capire meglio:
(Premessa:Ringrazio sentitamente tutti i rappresentanti per il grande impegno profuso in merito a questa nobile causa..e utilizzerò due di loro che conosco meglio come protagonisti del racconto!)

Tosatto, iscritto al primo anno di corso 08/09 è uno studente esemplare,e a fine hanno ha sostenuto con successo tutti gli esami,tranne il corso di composizione I,perchè purtroppo ha avuto difficoltà a rapportarsi con il suo compagno di labotatorio Bettoso.
Bettoso contrariamente a Tosatto, non è assolutamente uno studente modello, anzi, il suo primo anno a Trieste, da studente extracomunitario, è stato un insieme emozionante di novità per la sua vita. Però alle moltepliciti novità ed alla eccitante frenesia che una città come trieste offre, lo studente Bettoso deve fare i conti con il problema della lingua che conosce a malapena e con i suoi nuovi coinquilini festaioli che non lo fanno mai andare a dormire prima delle 4! Bettoso infine si innamora di una studentessa di Comunicazione e passa la maggior parte del suo tempo a contemplare la facciata dell'ex convento di via Tigor.
Il suo anno volge al termine con il magro bottino di 3 esami superati su 8.
Bettoso e Tosatto sono due compagni di corso, molto diversi tra loro e che probabilmente non si possono vedere, ma che a fine anno avranno ancora una cosa in comune.
Un triste e singolare destino lega ancora i nostri due ragazzi, ovvero quel biglietto del treno con su scritto la tratta Trieste-Gorizia-Trieste.
Tosatto che è uno studente esemplare non si perde d'animo, e inizia per un semestre a fare il pendolare cercando di incastrare alla meglio i suoi orari Triestini con quelli Goriziani, lo sa che perderà ore di lezione ma spera di ritornare a pari con gli esami e non dover ripetere più questa esperienza.
Bettoso al contrario si da per vinto, saluta Trieste, il suo mare, l'amore,gli amici che aveva appena conosciuto e i suoi compagni di corso e decide di ricominciare tutto daccapo a Gorizia.
Passa un anno e....Betty continua con la sua vita da universitario svogliato, lavora al Perla a Nova Gorica durante i weekend e spende i suoi soldi al Perla di Nova gorizia durante la settimana.
Mentre Toso purtroppo non è riuscito a stare al passo con gli esami del secondo anno e il prossimo si troverà con 3 corsi in più da seguire a Gorizia, ciò implica un abbonamento FS e un sacco di corsi del terzo anno che non potrà seguire.
Morale della favola...Betty dopo 5 anni abbondanti riesce a laurearsi in triennale ma la notte sogna ancora le schitarrate in molo e il suo amore perduto prematuramente.
Toso invece, moralmente e fisicamente provatissimo, è in cura da uno psicologo e non riuscirà forse mai a laurearsi perchè gli prende l'attacco di panico al solo pensiero di doversi trasferire a Gorizia.
Questa storiella caro studente del primo, secondo o terzo anno è per te. Quindi se non avevi ancora valutato questa eventualità ti consiglio di pensarci bene bene prima di cominciare il prossimo anno perchè il protagonista di questa fantastica storiella potresti essere realmente tu!...uomo avvisato....

PS. Ogni riferimento a persone, luoghi o cose è OVVIAMENTE puramente casuale!

Ognuno di noi potrebbe scrivere un racconto che individui i reali problemi di noi studenti riguardo questa prospettiva di imminente trasloco...anche storie reali e personali che potrebbero riguardare piccole o grandi rinuncie.

DC

Rassegna stampa 27/4/09



27 aprile 2009

Area 103_Area 103+



Area è in edicola!

E' uscito da poco in edicola l'ultimo numero di Area. Il numero 103 è monografico su Paris, in cui troviamo numerosi progetti:

Renzo Piano Building Workshop - EMI Music France Headquarters
Feichtinger Architects - Simone de Beauvoire footbridge
Edouard François - Hotel Fouquet
Phériphériques architectes - Atrium Jussieu university
Toyo Ito - Cognacq-Jay hospital
Beckmann-N'Thépé Agency - ZAC Masséna Social Housing
DVVD - Quai aux fleurs footbridge
Edouard François - Eden Bio
X-TU - Police Station
Jakob+Macfarlane - Docks de Paris e 100 Social Apartments
Chartier-Corbasson architectes - SIEMP Social Housing
Mario Bellini - Rudy Ricciotti - Départment des arts de l'Islam
Rudy Ricciotti - Jean Bouin stadium
Ateliers Jean Nouvel - Philarmonic
Seura - Les Halles
Morphosis - Phare Tower



Nel numero 103+ , the contract experience troviamo invece:

Simone Micheli: the new exedra nice hotel wellness centre
Karim Rashid: semiramis hotel
Marcel Wanders: lute suites
Matteo Thun: nhow hotel
Concrete: citizenM hotel
Philippe Starck: mama shelter
Arassociati: starhotel rosa
Arassociati: mambo
Studio 63: miss sixty
Jaime Hayón: camper shop
Fabio Novembre: meltin’pot showrooms
Lomar Arkitekter: f12
Álvaro Siza: exhibition at the basilica palladiana

Rassegna stampa 26/4/09

Rassegna stampa 25/4/09

Archiprix International 2009


22/04/2009 - Il concorso biennale Archiprix International 2009 ha proclamato ufficialmente i nomi degli otto vincitori degli Hunter Douglas Awards.
Nella sua ultima edizione, svoltasi a Montevideo (Uruguay), il prestigioso riconoscimento, assegnato ai migliori neo laureati nel campo della progettazione, ha visto scendere in campo 218 facoltà universitarie di architettura, urbanistica e architettura del paesaggio, provenienti da 66 paesi, ciascuna delle quali ha segnalato il miglior progetto di tesi dell’ultimo biennio.
Il premio non prevede categorie o divisioni per continenti o paesi di provenienza delle proposte, l’unico criterio di selezione è la qualità progettuale dell'elaborato.
Nella giuria internazionale del premio, Salvador Schelotto (Uruguay) in qualità di Presidente, Mario Schjetnan (Messico), Anne Lacaton (Francia), Juan Herreros (Spagna), Sou Fujimoto (Giappone)

Link:
http://www.archiprix.org/2009/
http://www.archiportale.com:80/news/2009/04/risultati/i-vincitori-di-archiprix-international-09_14880_37.html

23 aprile 2009

Terra agra - verde paesaggio

Venerdì 24 aprile ore 19:00 alla Stazione Rogers si terrà l'inaugurazione della mostra Terra Agra - Verde Paesaggio.

La mostra collegata ad un filone che vede la nuova Stazione attenta alla valorizzazione della cultura del territorio. Questo campo di interesse rimanda a tutte quelle esperienze che significano connotazione di un luogo geofisico ma anche peculiarità della sua storia attraverso le sue popolazioni, ricerca artistica e antico artigianato; coltivazione dell’anima e del territorio nella sua specificità.


venerdì 24 aprile ore 19,00
TERRA AGRA - VERDE PAESAGGIO
Inaugurazione della mostra

La mostra collegata ad un filone che vede la nuova Stazione attenta alla valorizzazione della cultura del territorio. Questo campo di interesse rimanda a tutte quelle esperienze che significano connotazione di un luogo geofisico ma anche peculiarità della sua storia attraverso le sue popolazioni, ricerca artistica e antico artigianato; coltivazione dell’anima e del territorio nella sua specificità.
In questo senso la mostra Terra Agra – Verde Paesaggio si pone in modo trasversale ed alquanto originale a suggerire diverse problematiche e differenti frammenti di un luogo qual è il Carso triestino, ricco di cultura nelle sue molteplici varianti di significato.
Come una sorta di puzzle la mostra racconta per suggestioni visive e con linguaggi diversi, alcuni elementi che determinano una realtà ricca di varianti che, collegate, restituiscono un insieme attraente e singolare.
Anziché documentare, la mostra suggerisce e lo fa con opere scultoree, video e fotografiche. Centrale rispetto all’allestimento vi è il progetto del Toro del Corno di Luciano Semerani, costituito da un video documento e da un’opera tridimensionale che si mostra con le sue forme ad incastro e la sua corposa volumetria.
Simbolo di forza, purezza e bellezza naturale, l’opera è simbolo di alcune componenti del Carso, territorio di indagine di privilegiato di Mario Sillani Djerrahian, (Pietre nel dubbio) orientato sempre più a coglierne l’essenza universale e originaria. La sua pietra è quella della materia infinitesimale che ci conduce al mistero della creazione, alle domande a cui non si può dare risposta.
Una proposta nettamente mondana è quella di Francesco Semerani , (Teatro nella Cava) che rilegge le antiche cave romane di Aurisina con l’idea di un nuovo possibile riuso; le stesse sono il luogo per eccellenza di una pietra oggi scelta e lavorata da Marco Zidarich (su progetto di Antonella Gallo – Capitelli ed Obelischi) per la creazione ad esempio di rinnovati capitelli e bizzarri animaletti.
Un altro lavoro in video in due tracce di Lorenzo Michelli (Terra agra e La Cantina di Beniamino Zidarich) mostra da una parte alcune immagini dense di poesia e di mistero sapientemente accennato dalle profonde e leggere parole di Luciano Semerani, dall’altra si ascoltano le parole di Paolo Meng e di Beniamino Zidarich alle prese con la vite, il suo ciclo di lavorazione e la cantina in pietra quale oggetto di una seria progettazione.
Una mostra che si conclude con la Farfalla di Lamberto Amistadi e che apre una nuova lettura di antichi temi.

Sponsor dell’iniziativa la ZKB - Banca Credito Cooperativo del Carso.

Di seguito il calendario degli incontri tematici che si svolgeranno durante la rassegna:

Mercoledì 29 aprile alle ore 18,30
DEGUSTAZIONE DELL’OLIO EXTRA VERGINE DI OLIVA FIOR ROSSO
Un incontro per conoscere meglio uno degli eccellenti prodotti del territorio, in un percorso di degustazione condotto dal produttore Gioacchino Fior Rosso.

Mercoledì 6 maggio alle ore 18,30
LA GROTTA DI MITRA A DUINO AURISINA
Luciano Semerani parla, con immagini, della permanenza, attraverso le epoche, di forme di culto diverse in quei luoghi dove effetti speciali naturali rendono misterioso il paesaggio.
Dalle foci del Timavo, dove il fiume riemerge impetuoso dal sottosuolo, alle falesie di Duino, dove le roccie salgono a picco sul mare.

Mercoledì 12 maggio alle ore 18,30
VACANZE IN VESPA
Gabriella Kropf propone un nuovo modo per scoprire il territorio, e coglie l’occasione per presentare questo originale progetto.

21 aprile 2009

Tracce di muro di Berlino 1961-1968


Per quaranta anni, tra il 1949 e il 1989, non vi fu una sola Germania ma due Germanie: la Repubblica Federale Tedesca e la Repubblica Democratica Tedesca. Due mondi agli antipodi, emblematici di opposte ideologie. Oggi, a venti anni dall’implosione del regime che l’aveva creata, è ancora difficile parlare di ciò che è stata la Germania Democratica. La Rdt ha sempre suscitato sentimenti contrastanti.


Per quaranta anni, tra il 1949 e il 1989, non vi fu una sola Germania ma due Germanie: la Repubblica Federale Tedesca e la Repubblica Democratica Tedesca. Due mondi agli antipodi, emblematici di opposte ideologie. Oggi, a venti anni dall’implosione del regime che l’aveva creata, è ancora difficile parlare di ciò che è stata la Germania Democratica. La Rdt ha sempre suscitato sentimenti contrastanti. Certamente, per gli appassionati del Socialismo Reale, la scomparsa della Rdt è stata vissuta come l’inabissarsi della mitica Altantide. Viceversa per chi vedeva nel Muro di Berlino un simbolo della barbarie totalitaria, la sua caduta ha rappresentato una vittoria della democrazia. Le reali condizioni di quanti vivono nel territorio della Germania Orientale, se mai hanno interessato davvero qualcuno, sono oggi problema della Germania Federale, che le negative congiunture economiche hanno infine relegato all’ultimo posto dell’agenda politica tedesca. Eppure quel paese che non esiste più, dissolto con le picconate al muro che avrebbe dovuto proteggerlo, seguita ancora a vivere nei recessi più profondi della mente di milioni di persone. Per coloro che ne sono usciti con la vita professionale e privata distrutta, la Rdt seguita a essere ragione di incubi indescrivibili, per altri, invece, che non riescono ad adattarsi alle dure leggi del capitalismo, si è trasformata in una forma così peculiare di nostalgia da essere stata denominata “ostalgia”.

A vent’anni di distanza da quel 1989 che ha visto la caduta del Muro, l'Associazione Alpe Adria Cinema e il Goethe Institut di Trieste, a proseguimento della giornata già dedicata a questo anniversario durante l’ultima edizione di Trieste Film Festival, organizzano la rassegna cinematografica: “TRACCE DI MURO - BERLINO 1961-1989” nell'ottica di offrire originali spunti di riflessione su uno degli e venti storici che ha cambiato il corso della storia del XX secolo. 10 i film di questo primo appuntamento, che si terrà al Cinema Ariston di Trieste dal 27 aprile al 1° giugno con cadenza settimanale: dal documentario Die Mauer di Jurgen Böttcher girato nel 1990, lucida testimonianza su quella fatidica giornata del 9 novembre 1989 e su quello che successe a Berlino nei mesi a venire, a classici come Il cielo sopra Berlino di Wim Wenders e Berlin, die Symphonie einer Grosstadt (Berlino - Sinfonia di una grande città) di Walter Ruttmann, a Coming Out di Heiner Carow l’unico film a tematica omosessuale uscito in Germania Est e Hedwig - La diva con qualcosa in più, il gay-musical di John Cameron Mitchell, fino all’irriverente Toto’ e Peppino divisi a Berlino di Giorgio Bianchi.

Ecco il primo appuntamento:

LUNEDÌ 27 APRILE – CINEMA ARISTON

ore 18.30

DIE MAUER (Il Muro) di Jurgen Böttcher, Germania 1990, col. & b-n, 99’ (v.o. tedesca, sott. italiani).

Memorabile documento sullo smantellamento del Muro: turisti giapponesi lo fotografano, bambini di origine turca ne staccano i pezzi e lo vendono, le tv di tutto il mondo lo immortalano come sfondo, il tutto sotto lo sguardo delle guardie che prima controllavano il Muro e che ora non hanno più un lavoro.
ore 20.30

IL CIELO SOPRA BERLINO di Wim Wenders, Germania Ovest 1987, b-n & col., 130’, con Bruno Ganz, Otto Sander, Solveig Dommartin, Peter Falk (v. italiana).

“Berlino era ancora una città divisa. Ci vivevano due popoli diversi, sebbene evidentemente parlassero la stessa lingua. Il cielo era l’unica cosa che a quei tempi unisse la città.” (Wim Wenders). Per gentile concessione di Ripley's Film. In collaborazione con la Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia-Cineteca Nazionale


Si ringraziano: Cineteca Goethe-Insitut Italien, duffogroup, Mondo Home Ent., Medusa Film, Medusa Home Video, Nexo, Ripley’s Film.



Per info generali o sulla rassegna “Tracce di Muro” chiamate lo 040 3476076 o visitate il nostro sito www.alpeadriacinema.it


Per sapere come diventare soci di Alpe Adia Cinema mandate una e-mail all’indirizzo news@alpeadriacinema.it

Conferenza!


ASA J. PEROVIC  - Bevk Perovic Architects -  Ljubljana


ALL WE FIND ARE CONDITIONS


mercoledì 29 aprile, ore 14.30, Aula magna, edificio H3

Università degli Studi di Trieste, via Valerio, Trieste Università degli Studi di Trieste/ Facoltà di Architettura/ Dipartimento di Progettazione Architettonica e Urbana/ Corso di Composizione Architettonica 4B/ Laboratorio di Progettazione Architettonica 4B/

http://www.bevkperovic.com

15 aprile 2009

stazione rogers




venerdì 17 aprile ore 18.30
ROGERS NOW
incontro con Michele Bazzana



Il secondo appuntamento di Rogers Now avrà come ospite Michele Bazzana, artista visivo classe 1979, attivo nel panorama dell'arte contemporanea nazionale e internazionale.
Le opere di Bazzana sono principalmente installative, l'interesse principale della sua ricerca è la macchina, l'oggetto meccanico, l'energia.
Le sue opere sono dei meccanismi dai funzionamenti paradossali, a volte inutili, che suscitano quasi sempre un sentimento di ironia e scompigli.

09 aprile 2009

NodoDoc Festival



Si avvisano gli studenti che sono disponibili 15 biglietti ingresso alla terza edizione del NodoDocFest, festival internazionale del documentario cinematografico che si svolgerà dal 6 all’11 maggio 2009 al cinema Ariston di Trieste. Quest’anno per la prima volta ci sarà anche la sezione architettura (ArchINdoc) curata dal Salone Gemma, e in particolare il giorno 8 maggio sono previsti un incontro all’Università con Marco Brizzi (edificio H3, aula 3B ore 11.00), la proiezione del film di Ila Bêka a e Louise Lemoîne “Koolhaas Houselife” alle 18.00 al cinema Ariston (viale R.Gessi 14) e una minirassegna video dal Festival Beyond Media curata da Marco Brizzi alle 21.00 al Salone Gemma (via S.Francesco 52a).

Chi è interessato prego inviare una e-mail ENTRO IL 25 APRILE a lab@faltwerksalon.it

I biglietti saranno garantiti ai 15 più veloci!


Per informazioni sulle edizioni passate del NodoDocFest visitare il sito www.nododocfest.org.

05 aprile 2009

Conferenza

Astenuto

Ciao, sono Alessandro Bettoso e sono il rappresentante degli studenti che si è astenuto nella votazione sul trasferimento della facoltà durante l’ultimo consiglio. Mi sono astenuto perché credo che allo stato attuale restare a Trieste non porterebbe nessun beneficio a chi verrà dopo di noi, ma allo stesso tempo non avrei potuto votare a favore di una delibera le cui condizioni non erano ancora su carta e per di più fortemente osteggiata da molti studenti.

Vorrei rispondere ad anonimo, che ha scritto un testo di critica nei confronti del mio operato. Chiamarlo memento ed iniziarlo con una definizione di “rappresentare” tratta da un vocabolario sono state due scelte di cattivo gusto, poiché dubito che anonimo sia nelle condizioni di impartirmi lezioni sul ruolo di rappresentante.

Credo che pochi prendano sul serio il ruolo che rivesto. Io ci provo, per questo mi sono già più di una volta interrogato su quale fosse il mio compito. Inizialmente, semplificando, credevo anch’io si trattasse di essere un mediatore neutrale; ma ora sono sicuro che sia corretto interpretarlo diversamente. Il mio compito è quello di rappresentare gli interessi degli studenti, nei modi e con i mezzi che ritengo più opportuni.

Sono stato eletto col voto di persone che mi hanno dato la loro fiducia (o almeno mi piacerebbe pensarlo: le elezioni universitarie sono più una caccia all’elettore inconsapevole che un esercizio di democrazia). Poco più di trenta persone, le uniche a cui potrei dovere qualcosa. Non potendo ogni studente spendere il tempo che spendo io nel reperire informazioni, mi è stato dato mandato di decidere per il meglio. Non sono stato votato per esprimermi favorevolmente o contrariamente a nulla. Per chi mi ha eletto approvare o contestare il mio operato sarebbe possibile soltanto attraverso le prossime elezioni, se mi candidassi (spero proprio di no).

Ogni giorno spendo del tempo parlando con studenti e con docenti, confrontandomi con persone al di fuori della facoltà, o leggendo articoli. Grazie a tutte le informazioni che raccolgo, mi sforzo di formare una mia opinione su quale sia il modo migliore di agire nell’interesse del maggior numero possibile di studenti. I pensieri di anonimo, e quelli dell’assemblea, li prendo in considerazione, mettendoli assieme a quelli di decine di altre persone.

Credo di aver già risposto ad anonimo. Dopo aver difeso la mia libertà d’azione vorrei comunque aggiungere qualche ulteriore considerazione.

Fintanto che del progetto non c’è stata chiarezza, sono stato contrario. Durante la prima assemblea, ero contrario. Ho partecipato al consiglio comunale in cui era stata discussa la nostra questione, per rappresentare i contrari. Ho dialogato con persone che rivestissero incarichi istituzionali e contrarie allo spostamento, sperando in proposte alternative mai arrivate. Ero contrario a un progetto portato avanti all’oscuro degli studenti.

Il mio invito è quello di leggere il verbale dell’ultimo consiglio di facoltà e l’allegato numero 1, da quello credo si capisca chiaramente se mi impegno oppure no a rappresentare gli interessi degli studenti.

Per quanto riguarda l’ultima assemblea, tra le premesse c’era la possibilità che fossero gli studenti attualmente iscritti ad essere spostati. Questo è uno dei motivi per cui aveva raccolto una buona partecipazione degli studenti (molto gradita), ma è allo stesso tempo un motivo per cui la delibera di quella assemblea è ormai superata: le premesse sulle quali si era espressa sono sorpassate.

Per quanto riguarda il metodo democratico che qualcuno crede io non rispetti, vorrei informarvi del deludente andamento di un’iniziativa in corso. Io, Giampaolo Di Prisco ed il professor Pratali, stiamo cercando di farci portavoce del più ampio numero possibile di studenti conducendo tra loro un’indagine su come utilizzerebbero le risorse offerte da Gorizia, tramite un foglio a risposta libera. Il testo recita: ”L’ipotizzato trasferimento della Facoltà di Architettura a Gorizia offre, a fronte di inevitabili disagi, due opportunità: un maggior numero di spazi a disposizione per gli studenti e i docenti ed un finanziamento straordinario di 300.000 euro per cinque anni. Secondo voi come andrebbero sfruttate queste due opportunità? Elencate, in ordine di preferenza, le vostre proposte.”

Parliamo delle persone che sarei tenuto a rappresentare. Il professor Pratali ha distribuito questi fogli al terzo e quarto anno durante le sue lezioni, raccogliendone in totale 29 compilate. Giovedì 2 aprile, avendone distribuite durante un laboratorio del secondo anno triennale, trascorsa più di un’ora dalla consegna, ne erano state compilate 6. Facendo pressione -persona per persona- su altri studenti, siamo riusciti a raccoglierne altre 10. Quarantacinque schede su tre anni, e a fatica. Lunedì le prossime.

La mia lettura di questo è che dei metodi democratici non gliene frega niente a nessuno se non quando il singolo cerca rappresentanza dei propri interessi individuali. Quindi premettendo alla consegna che nessuno studente sarebbe stato spostato, sapevamo già di scontrarci contro il disinteresse generale.

Vorrei dire ancora che:

Non tutti i presenti all’ultima assemblea erano li per opporsi, alcuni solo per essere informati. Quindi visto che i numeri piacciono, sono sicuro che sia stato almeno il 10% degli iscritti della facoltà ad esprimere la sua irremovibile contrarietà al trasferimento. Sento per questo di avere un ampio margine per votare secondo mia coscienza.

Tre rappresentanti degli studenti con il loro voto contrario hanno portato nel consiglio di facoltà il parere della maggioranza (ma non della totalità) di un’assemblea di quasi cento persone. Sono sicuro che la mia astensione abbia rappresentato la posizione di almeno altrettanti studenti, tra presenti e non presenti all’assemblea. Tra l’altro, e qui mi sbilancio un po’ in illazioni, credo che se da un lato il 20% dei rappresentanti degli studenti non si è espresso come aprioristicamente contrario all’operazione, probabilmente anche almeno il 20% degli iscritti non lo è. Non è che lo presupponga perché mi fa piacere, lo dico perché, scusate se mi ripeto, parlo ogni giorno con parecchi studenti, e di questi la gran parte non osteggia il progetto per partito preso.

La scelta più facile è rappresentare in maniera acritica quelli che battono i piedi più forte, ma io non sono e non sarò il rappresentante dei più rumorosi. La scelta più difficile è impegnarsi a lungo termine in un percorso costruttivo, io mi impegno a rappresentare chi contribuisce con delle idee, raccolte lavorando di giorno in giorno e non cavalcando ondate di malcontento.

Un ultima cosa: sono venuto a sapere per caso di queste critiche che mi sono state mosse. Non capisco perché non criticarmi invece direttamente tramite e-mail o ancora meglio di persona. Per me è sempre un piacere confrontarmi con chi lo desidera, anche quando le posizioni sono opposte.

Saluto tutti

Alessandro Bettoso

02 aprile 2009

Memento per i rappresentanti degli studenti di Architettura

rap|pre|sen|tà|re
v.tr. (io rappresènto)polit., svolgere le funzioni di portavoce o di un esecutore della volontà di uno stato, di una comunità, di un sovrano e sim.: r. il proprio paese a una conferenza internazionale


Cari Rappresentanti degli studenti Voi siete stati eletti da noi studenti per rappresentarci presso gli organi di decisione studenteschi.
In quanto rappresentanti gli studenti della facoltà di architettura siete tenuti all’obbligo morale della rappresentanza ovvero di esser nostra voce presso questi organi.
L’ultima assemblea degli studenti prima dello scorso consiglio di facoltà aveva deliberato la linea da seguire durante lo stesso consiglio ed era la seguente:
• Cercare di rinviare la votazione oppure votare contro lo spostamento della facoltà a Gorizia.
• Chiedere il nostro coinvolgimento nella fase decisionale riguardo alla fornitura di materiali e nella definizione delle destinazione d’uso degli spazi della facoltà.

Solo alcuni dei rappresentanti degli studenti hanno mantenuto fede al loro impegno con gli elettori, ovvero rappresentarli. Altri si sono astenuti dalla votazione e così facendo hanno tradito il loro esser rappresentanti ed hanno fatto prevalere la loro opinione personale, dimostrandosi così inadeguati al compito cui erano stati chiamati a svolgere. L’impegno morale preso con noi studenti è stato tradito.
Questi comportamenti sono la base del malcontento che regna oggi in Italia e la conseguente sfiducia nella politica e nei suoi strumenti base: la rappresentatività.
Chiedo, a nome personale ma credo anche a nome di altri studenti delusi dal comportamento di quei rappresentanti che non hanno portato a termine il loro dovere di rappresentanti, a ricordarsi di queste parole e di portare in consiglio la voce di tutti gli studenti e non la loro personale opinione.

Siete quindi pregati di votare ancora una volta contro il provvedimento di trasloco della facoltà di Architettura a Gorizia, come deliberato dall’ultima assemblea degli studenti.

01 aprile 2009

Blog

Un nuovo blog è in circolazione. E per di + della stessa Facoltà di Architettura!
E' RESEARCHOUSING! Gestito da Claudio Mennino in cui approfondisce i temi del Dottorato (??) oltre al materiale x esami e revisioni troviamo un interessante testo sulle case a patio!