" questo spazio è stato pensato per dare un’opportunità agli studenti di architettura di Trieste di trovarsi, conoscersi e scambiarsi notizie informazioni esperienze….
come tutti sappiamo bene la situazione della facoltà è piuttosto precaria: mancanza di una sede, carenza di spazi, penuria di attrezzature, precarietà dei docenti… sono tutte condizioni che minano le nostre possibilità di vivere l’esperienza universitaria in maniera piena e produttiva. "

24 ottobre 2010

NaturalmenteGO – Verso un ecomuseo diffuso

 GOtoECO Associazione per la valorizzazione del territorio ha il piacere di invitarVi all'evento



“NaturalmenteGO – Verso un ecomuseo diffuso”martedì 26 ottobre, ore 15
presso la Sala Consiliare del Comune di Doberdò del Lago (Go)
venerdì 29 e sabato 30 ottobre, dalle ore 10
presso il Centro Culturale Jezero, Via Roma, 24 - Doberdò del Lago (Go)

Realizzato con il contributo della Fondazione CaRiGo, il patrocinio del Comune di Doberdò del Lago, la collaborazione dei Comuni di Fogliano Redipuglia, Monfalcone, Ronchi dei Legionari, Sagrado, Savogna d’Isonzo, l'Associazione culturale per la promozione delle Arti Contemporanee Prologo e il Dipartimento di Progettazione Architettonica e Urbana dell’Università di Trieste.


Ringrazio Dario e Michela per la segnalazione!

23 ottobre 2010

Intervista allo Studio Gang

Propongo un'intervista a uno degli studi più interessanti di questo periodo, lo studio GANG

 
AD Interviews: Jeanne Gang from ArchDaily on Vimeo.

LINK al loro sito

LINK a tutti i video

buona visione

Church Square / DD&M + G.B. Busolini



Visto che li conosco personalmente, vi comunico che lo studio Di Dato-Meninno è stato pubblicato su ArchDaily per la piazza di Pradamano.

LINK

buona lettura.

20 ottobre 2010

Days of Oris 10


Days of Oris 10!
under the high patronage of president of Croatia Dr. Ivo Josipović

October 23 & 24, 2010
Concert Hall Vatroslav LIsinski, Zagreb

Lectures:
Paulo David, Portugal
Hans Gangoly, Austria
Kenneth Frampton, UK
Davor Katušić, Croatia
Francisco Mangado, Spain
Guihillerme Lassance, Brasil
Wolfgan D. Prix, Austria
Dean Skira, Croatia
Mumbai studio, India
Maruša Zorec, Slovenia
Peter Zumthor, Switzerland

LINK

Grazie a Dario per la segnalazione!

17 ottobre 2010

Master universitario in esperto in gestione dei progetti nel settore delle costruzioni


6a edizione

Università degli studi di Trieste
Rizzani De Eccher


MODALITÀ DI AMMISSIONE AL MASTER:
L’ammissione al master avviene attraverso la valutazione del curriculum dei candidati, nonché in base ad un colloquio tecnico e motivazionale che si terrà solo in caso in cui le domande di ammissione risultino in numero superiore a quello dei posti disponibili (15).

Requisiti di accesso:
Lauree in ingegneria, architettura, giurisprudenza, economia, conseguite ai sensi del D.M. 509/99 e ordinamenti precedenti. Il Consiglio di Master si riserva di ammettere alla frequenza del corso coloro che possedessero una laurea diversa da quelle richieste per l'ammissione, o equivalente titolo di studio conseguito all'estero, e i candidati non ancora in possesso dei necessari requisiti, ma che si laureassero entro il termine della scadenza per l'immatricolazione.

ISCRIZIONE E COSTO
08.11.2010: scadenza domanda di ammissione
26.11.2010: eventuale prova di ammissione
15.12.2010: scadenza immatricolazioni

L’ammontare complessivo dei contributi di iscrizione è di 3.500 euro, comprensivi dell’imposta di bollo assolta in modo virtuale, da versare in un'unica soluzione al momento dell'iscrizione o in due rate.
Per la modulistica e le formalità relative all’iscrizione, consultare il sito www.univ.trieste.it/master o la Segreteria amministrativa del Master.

TITOLI RILASCIATI
Al termine del corso verrà rilasciato il titolo di Master Universitario di I livello dell’Università degli Studi di Trieste, del valore di 60 CFU.

INFORMAZIONI:
prof. Vittorio Torbianelli
ing. Matteo Di Biagi

Segreteria del Master:
telefono: (+39) 040.558.7960
fax: (+39) 040.558.3250
orario: lun-ven 10.00-13.00
numero verde: 800 236916

FINALITÀ DEL MASTER
Il DPAU e la Rizzani de Eccher realizzeranno per l’A.A. 20010-2011 la sesta edizione del Master di I livello in “Project Management - Esperto in gestione dei progetti nel settore delle costruzioni”, che mira alla formazione della figura professionale-dirigenziale del Project Manager.
Tale figura risulta interfunzionale, con competenze tecniche, economiche e legali che permettono la gestione del ciclo di vita della commessa, dalla valutazione della proposta alcompletamento del progetto.

Attraverso il Master in Project Management (PM), il partecipante acquisisce le conoscenze necessarie a ricoprire ruoli di rilievo nel coordinamento di progetti complessi, in aziende pubbliche e private ed in società di consulenza per il settore delle costruzioni.
La promozione da parte della Rizzani de Eccher, una delle prime dieci imprese di costruzioni in Italia, testimonia l’interesse del settore verso la formazione di Project Manager.
L’Impresa, oltre a patrocinare il Corso di Master, offre la disponibilità delle competenze maturate come multinazionale del settore, anche attraverso il coinvolgimento nella docenza di alcuni suoi dirigenti altamente qualificati. Stage aziendali saranno svolti presso sedi nazionali ed eventualmente estere di Imprese e Aziende operanti nel settore delle costruzioni e/o gestione servizi.
DIDATTICA, FREQUENZA E DURATA DEL CORSO
Lo svolgimento delle attività didattiche, la discussione di casi studio, i seminari di approfondimento e il laboratorio di sintesi finale avverranno presso l’Università di Trieste (nelle sedi di Trieste e di Gorizia) e presso la sede dell’Associazione degli Industriali di Udine.
Tutte le attività previste si svolgeranno secondo il seguente calendario e concorrono all’ottenimento dei 60 Crediti Formativi Universitari (CFU):

Gennaio 2011 - Aprile 2011
Svolgimento lezioni frontali, visite e seminari
Maggio 2011 - Luglio 2011
Svolgimento stage aziendale
Settembre 2011 - Ottobre 2011
Laboratorio di sintesi e preparazione del project work.
Ottobre 2011
Discussione tesi finale e conseguimento titolo di Master


16 ottobre 2010

Autodesk AutoCAD per Mac


Finalmente anche voi, Mac-user, potrete provare l'emozione di un bel crash di autocad!


Versione di prova
Versione per studenti

15 ottobre 2010

Periodic table of typefaces


dear other architects


dear other architects,

Please stop entering design competitions. It’s sheer folly. Here’s why:
1. It’s massively wasteful of your time and resources. Can you think of another comparable industry, or, more pertinently, profession, that spends so much time and money on bidding for work? Do doctors undertake a number of unpaid, speculative operations in order to convince people that they really need a hip replacement? No.
2. It gives away your main asset – your ideas – for free. After that, the rest is routine.
3. You are highly unlikely to win. This is just a fact. Some are better at them than others but no one wins them all and most lose often.
4. Even if you do win, it’s still unlikely that the building will be built. Most competitions are speculative, not in the sense that the client is looking for experimental architecture, but in the sense that there is little or no funding in place and they have not informed you of all the impediments still in the way of the project.
5. Therefore, there is often only one thing more disappointing than losing a competition and that’s winning one (in the long run).
6. They are a pretty terrible way of procuring a building. Imagine a system where you want something but you’re not sure exactly what it is. So you make a list of things you think you want and invite everyone in the world to send you their ideas for what it looks like. You have no other interaction with them, communicate – if at all – by email and, in the end, hope for the best and pick the one you fancy. This is the architectural competition process. It’s similar to internet dating, but less fun.
7. Competitions momentarily flatter you into thinking that you are designing, say,Oslo Opera House or a New Town outside Madrid but, in reality, you’re not. Until you get the commission it’s just pretend.
8. No one else in the world understands why you’re doing it. They just get used to you not coming out or refusing to take a holiday or forgetting to wash for five days. But they still think you’re mad.
9. You could do without the stress. All that time. All that effort. The all-nighters and the break-neck journey to the printers to get the boards made up! The intern dispatched to Inverness to hand them in because you’ve missed the courier’s deadline! The anxious wait for the results that sometimes never come! Honestly, you could do without it.
10. Remember: it’s not the failure that will kill you. It’s the hope.
So, if you’re thinking of entering a competition, don’t! Take your office down the pub instead. It will be more fun and cost a lot less. You might even meet someone down there who wants to give you a job. Remember: if you stop, I can too.

10 ottobre 2010

Un concorso per V.I.P.

Vi propongo un concorso russo per realizzare la casa di diversi personaggi famosi (Steven Jobs, Angelina Jolie, Alexander Ovechkin, Natalia Vodianova, Nicolas Sarkozy e Kira Plastinina).


Spero possa interessarvi


LINK

09 ottobre 2010

Lettera Aperta dei Ricercatori della Rete29Aprile agli Studenti e alle loro Famiglie

Cari, come spero sappiate, l'università come noi la conosciamo potrebbe avere le ore contate.
A tal riguardo, pubblico la lettera che i ricercatori della rete 29 Aprile hanno scritto per protestare contro la proposta di legge Gelmini.
Ed infine un link per un documento PDF che spiega bene cosa cambierà il nuovo DDL.

Un ringraziamento alla professoressa Marin che ha gentilmente reso disponibili questi materiali.






Care Studentesse, cari Studenti, gentili Genitori,
come probabilmente avrete sentito, l’Università italiana vive una fase di profondissima crisi. Si parla tanto di riforme, di premiare il merito, di eliminare gli sprechi, il baronato, il nepotismo, di innalzare la qualità della didattica e della ricerca, ma finora il governo, con le ultime leggi finanziarie, è stato solo capace di ridurre del 20% i finanziamenti all’Università e alla ricerca pubblica. Del 20%!!! C’è da chiedersi: quale altro comparto del sistema statale ― Trasporti, Sanità, Giustizia ― potrebbe reggere un taglio così devastante? Allo stesso tempo è in discussione una “riforma” dell’Università (il DdL Gelmini) che, sistematicamente, va nella direzione opposta agli slogan sbandierati pubblicamente: merito, spazio per i giovani, lotta ai baronati, sostegno al diritto allo studio. Ciascuno di questi principii, che tutti condividiamo, sarà molto più lontano se questa “riforma” dovesse essere approvata.
Queste politiche avranno delle conseguenze di cui tutti devono essere informati e coscienti.
La prima conseguenza sarà un aumento progressivo delle tasse universitarie, già a partire dal prossimo anno accademico. A tale aumento ne seguiranno altri. Tra tre/cinque anni le tasse universitarie potrebbero raddoppiare. È questa la soluzione alla crisi per il nostro Paese? Perché gli altri paesi avanzati (USA, Germania, Francia) aumentano invece, a fronte della crisi, le risorse per l’istruzione, l’Università e la ricerca? Con questi tagli l’Italia è il paese europeo che investe di meno nella ricerca e nell’Università: solo lo 0,8% del PIL, cioè della ricchezza del paese. La media europea è dell’1,4%, ma i nostri principali “concorrenti” (Germania, Francia, Gran Bretagna) investono da tre a cinque volte più dell’Italia.
La seconda conseguenza sarà la riduzione dei servizi agli studenti. Diminuiranno le borse di studio, le mense, le case dello studente, verranno tagliati molti corsi di laurea e verrà esteso il numero chiuso a moltissimi corsi di studio. Il governo afferma di voler tutelare il diritto allo studio eppure, in 60 anni di vita repubblicana, non è mai stata fatta una seria politica in tal senso. Solo le famiglie ricche e non troppo numerose potranno in futuro affrontare la scelta di una formazione universitaria di qualità per i propri figli. Questo non è giusto, non è civile, non è degno del nostro Paese.
La terza conseguenza sarà la “perdita” di migliaia di persone qualificate che lavorano nell’Università. Troppo spesso la televisione e i giornali danno un’immagine distorta dell’Università. L’Università dei “baroni”, degli amici degli amici; l’Università degli sprechi e dei fannulloni. Certo, anche nell’Università, come altrove, esistono casi di gestione poco trasparente, che vanno senz’altro contrastati. Ma non dimentichiamo che vi lavorano, con spirito di abnegazione e sacrificio, e con retribuzioni che rasentano il ridicolo, migliaia e migliaia di giovani. Forse non sapete che molti di quelli che giustamente chiamate “professori” sono precari, il cui futuro è compromesso dai tagli all’Università pubblica, previsti già a partire da quest’anno; altri, molti altri, sono Ricercatori, i quali tengono i corsi senza riconoscimenti, né istituzionali né economici, facendo un’opera di volontariato aggiuntiva e gratuita che va al di là dei loro compiti. E forse voi genitori non sapete che, senza il contributo dei precari e dei ricercatori, l’Università non potrebbe garantire, nonostante l’aumento delle tasse, quell’alto livello di ricerca e formazione che, oggi più che mai, il mercato del lavoro richiede.
L’Università attende una riforma. Una riforma che punisca i privilegi, le cricche, gli sprechi e incentivi una didattica e una ricerca di qualità. La riforma del ministro Gelmini, punirà invece soprattutto i deboli, quelli che non sono tutelati, facendo pagare il conto solo alle nuove generazioni, cioè agli studenti e ai “giovani” ricercatori, precari e non. I ricercatori oggi esistenti (oltre 25.000) vengono per legge “rottamati”: la loro categoria semplicemente scompare, come se fosse inutile e improduttiva. La “riforma” Gelmini, al contrario è cucita su misura dei pochi che già oggi detengono il potere universitario (e ai quali il Governo stesso imputa il fallimento del sistema attuale!), consegnando loro “le chiavi” delle università italiane. Una “riforma” che riduce la democrazia ed il controllo sugli organi interni degli atenei; relega i giovani studiosi in un limbo di 11-13 anni di precariato (cosa impensabile in qualsiasi altro paese europeo) dopo il quale anche l’eventuale assunzione sarà incerta, poiché dipendente comunque dalle risorse finanziarie disponibili (in quel momento e in quell’ateneo) e non dal merito individuale effettivamente dimostrato. Una “riforma” che riesce nel capolavoro di mettere assieme il peggio della vecchia Università pubblica e della gestione privatistica e personalistica dei beni comuni. Basta guardarsi intorno, l’atteggiamento verso questo tentativo la dice lunga: plaudono i vecchi potentati, che non credono a tanto omaggio; la contrastano i ricercatori, i precari e gli studenti e sempre di più anche moltissimi professori, quelli che credono nella dignità del loro ruolo di educatori e di studiosi.
Per queste ragioni i ricercatori, assieme a molti studenti e a tutti coloro che hanno a cuore una Università pubblica, libera e aperta, stanno oggi lanciando alto e forte un segnale d’allarme.
Chi sono i ricercatori? Per legge siamo assunti e valutati solo per fare ricerca. Possiamo eventualmente svolgere, su base volontaria, attività didattica (seminari, esercitazioni ecc) di supporto ai corsi tenuti da professori associati ed ordinari. In realtà una parte molto consistente dei corsi, circa il 40%, sono svolti interamente dai ricercatori, come la maggiore, e forse la migliore, parte della ricerca in Italia. La riforma Gelmini ci umilia, ci mette ad esaurimento, non riconosce in alcun modo il contributo all’offerta formativa che abbiamo dato e che diamo volontariamente e gratuitamente da anni. A partire da questo anno accademico, abbiamo deciso di anticipare ciò che è previsto dalla “riforma” in discussione e di concentrarci quindi sulla ricerca, non mettendoci a disposizione per l’insegnamento. Abbiamo deciso di attenerci a quello che la legge prevede per il nostro ruolo. Abbiamo deciso di dimostrare a tutti che l’Università rischia il collasso a causa di questi tagli folli e dell’assenza di attenzione nei confronti degli studenti, delle nuove generazioni, di chi dentro l’Università si impegna e lavora ogni giorno con passione e dedizione. Molti colleghi, professori associati e ordinari, stanno aderendo in tutta Italia alla nostra protesta, rifiutando di assumere gli insegnamenti che lasceremo scoperti. Moltissimi tra i colleghi precari condividono e sostengono la nostra protesta.
A causa di questa politica dissennata l’’Italia diventerà presto un paese socialmente e culturalmente più povero. Al fine di salvaguardare la funzione strategica dell’Università in Italia, per arrivare davvero a un’alta formazione pubblica di livello europeo, per infrastrutture, diritto allo studio, dotazione di ricerca, è necessario che forte e chiara si levi la nostra voce.

Vogliamo una Università che aiuti il paese a crescere; una Università che dia un futuro ai giovani e alla società. Perché l’Università è il cervello di un paese moderno; l’Università e la Scuola rappresentano i principali strumenti per rispondere alle sfide sociali, culturali ed economiche del futuro. Non siamo ingenui: il futuro e il benessere non ce li regaleranno certo la televisione e l’ottimismo! Per questo, cari studenti, cari genitori, vi chiediamo di comprendere e sostenere la nostra protesta.

Non lasciamo che ci rubino il futuro!

Denver Art Museum / Daniel Libeskind


Non nuovo alle pratiche di onanismo, Daniel Libeskind, ritornando sulla tipologia che lo ha reso famoso, presenta il suo nuovo museo.

Buona lettura

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05 ottobre 2010

La Biennale 2010, ovvero apprendi l'arte e mettila da parte

Domenica, svegliatomi di buon'ora, ho preparato il mio zainetto, messo dentro i miei panini e sono andato in gita a Venezia per vedere la biennale.
Che rimanga fra noi, ma potete pure risparmiarvi i soldi del biglietto: quest'anno è particolarmente deludente, almeno per quanto riguarda l'Arsenale (se avrò del tempo potrei anche andare a vedere cosa cambia ai Giardini).
Innumerevoli le installazioni artistiche in un evento che dovrebbe essere specifico per l'architettura.
Intendiamoci, c'è anche qualcosa di interessante e piacevole, ma niente che ti lasci veramente qualcosa di concreto. Mi fa pensare che una volta, neanche troppi anni fa, da esposizioni di questo genere nascevano intere correnti di pensiero.

In ogni caso, vi propongo due video abbastanza differenti fra di loro:
il primo, è in realtà una serie di video che raccoglie delle interviste ad architetti di tutto il mondo (ne trovate di altri nel canale dedicato su Youtube).
Questa installazione la potete vedere nella quinta o sesta sala dell'arsenale, non ricordo bene.



Il secondo video, beh..è una piccola critica che già tempo fa una persona molto più simpatica di me aveva fatto a manifestazioni di questo stampo.
Spero veramente che vi diverta la metà di quanto mi abbia divertito a me.