" questo spazio è stato pensato per dare un’opportunità agli studenti di architettura di Trieste di trovarsi, conoscersi e scambiarsi notizie informazioni esperienze….
come tutti sappiamo bene la situazione della facoltà è piuttosto precaria: mancanza di una sede, carenza di spazi, penuria di attrezzature, precarietà dei docenti… sono tutte condizioni che minano le nostre possibilità di vivere l’esperienza universitaria in maniera piena e produttiva. "

28 marzo 2009

La società dello spettacolo. Opere cinematografiche di Guy Debord


Lo spettacolo, di cui i mass media sono solo una delle molte espressioni, è parte fondante della società contemporanea, ed il responsabile della perdita da parte del singolo di ogni tipo di individualità, personalità, creatività umane: la passività e la contemplazione sono ciò che caratterizza l'attuale condizione umana. Ciò che rende lo spettacolo ingannevole e negativo è il fatto che esso rappresenta il dominio di una parte della società, l'economia, su ogni altro aspetto della società stessa; la mercificazione di ogni aspetto della vita quotidiana rompe quell'unità che caratterizza la condizione umana propriamente detta:
« Più egli contempla, meno vive; più accetta di riconoscersi nelle immagini dominanti del bisogno, meno comprende la sua propria esistenza e il suo proprio desiderio » Fonte Wikipedia



Dal sito www.miela.it "Il mondo è già stato filmato, si tratta ora di trasformarlo": è una celebre citazione di Guy Debord, filosofo e cineasta francese, (1931-1994) uno dei fondatori dell'Internazionale situazionista, che ha avuto un ruolo centrale nel maggio francese del 1968, morto suicida nel 1994.
Nel 1967 ha realizzato il fondamentale La società dello spettacolo, affermandosi come un interprete lucido e cupo (per parole e immagini) delle forme della società occidentale del secondo dopoguerra. Non si può comprendere appieno la logica e la strategia dei mass media senza fare riferimento alle tesi rivoluzionarie di Debord.
È proprio La società dello spettacolo, versione cinematografica di uno dei testi chiave del ’68, a inaugurare il ciclo di proiezioni mercoledì 1 aprile alle ore 21, dopo un’introduzione a cura del critico cinematografico Sergio Grmek Germani.
Tutti i film sono presentati in versione originale con sottotitoli italiani.

L’organizzazione è a cura de La Cappella Underground e Cooperativa Bonawentura, in collaborazione con Alliance Française Trieste, Dipartimento di Letterature Straniere, Comparatistica e Studi Culturali- Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Trieste,Scuola Superiore di Lingue Moderne per Interpreti e Traduttori.
La retrospettiva è promossa in collaborazione con la Cineteca di Bologna e Love Streams Productions-Agnes B.


Mercoledì 1 aprile
ore 21.00

introduce Sergio Grmek Germani
La società dello spettacolo
La societè du spectacle
(Fr. 1973 / 88')

La versione cinematografica di uno dei testi-chiave del ’68, che viene (in parte) pronunciato su un montaggio di immagini altrui, è un esempio folgorante di détournement. Rovesciare lo 'spettacolo' capitalista che nega la vita significa rovesciarne le immagini, reimpiegarle e decontestualizzarle fino a riconoscere in esse la forma dell’alienazione allo stato puro.
CONTESTAZIONE DI TUTTI I GIUDIZI, SIA ELOGIATIVI CHE OSTILI, SUL FILM "LA SOCIETÀ DELLO SPETTACOLO"
Réfutation de tous les jugements, tant élogieux qu'hostiles, qui ont été jusqu'ici portés sur le film "La societè du spectacle"

Giovedì 2 aprile
Introduce Anna Zoppellari
ore 18.30:
Guy Debord,la sua arte e il suo tempo
Guy Debord,son art et son temps (Fr.1994/60'), scritto da Guy Debord e realizzato da Brigitte Cornad)

Programma realizzato per Canal+, vede giustapporsi senza più commento vocale vari materiali (tra cui un talk show sullo stesso Debord, un’arringa autodifensiva di Tapie…). La pratica delle immagini-readymade portata al suo estremo, fino a confinare, pericolosamente e coraggiosamente, con la televisione tout court.
Versione originale sottotitoli italiani
Urla in favore di Sade
Hurlements en faveur de Sade
(Fr., 1952/64')
ore 21.00:

Sul passaggio di alcune persone attraverso una piuttosto breve unità di tempo
Sur le passage de quelques personnes à travers une assez courte unité de temps (Fr., 1959/20')

Critica della separazione
Critique de la separation
(Fr., 1961/20')
Schermo bianco. Schermo nero. Bianco. Nero. Per più di un’ora. Ogni tanto, qualche voce. Il cinema secondo il ventunenne Debord: positivo e negativo, la dialettica che si condensa fino a diventare immagine. Come nei primi corti, grandi e malinconici esercizi sul negativo, sulla separazione (innanzitutto parola-immagine) incombente su ogni situazione vitale.
In girum imus nocte et consumimur igni
(Fr.1978/100')
Non solo pamphlet politico (e sul cinema), non solo autobiografia, ma l’uno e l’altra prese nel vicolo cieco che vede l’origine coincidere con la fine e viceversa. Forse, proprio per questa dinamica palindroma (come il titolo) il devastante pessimismo di Debord sembra potersi rovesciare in apertura. Solo le immagini già usurate sono anche vergini.

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