" questo spazio è stato pensato per dare un’opportunità agli studenti di architettura di Trieste di trovarsi, conoscersi e scambiarsi notizie informazioni esperienze….
come tutti sappiamo bene la situazione della facoltà è piuttosto precaria: mancanza di una sede, carenza di spazi, penuria di attrezzature, precarietà dei docenti… sono tutte condizioni che minano le nostre possibilità di vivere l’esperienza universitaria in maniera piena e produttiva. "

11 marzo 2009

Cronistoria sul trasloco

Questa è una cronistoria per notizie del progetto di trasferimento della facoltà di architettura di Trieste presso la sede di via Alviano a Gorizia.
Oltre ai Consigli ed alle assemblee a cui ho partecipato in prima persona, credo di aver riassunto tutte le notizie uscite a mezzo stampa sulla questione, cercando di riportarle nella maniera più asettica possibile, attenendomi pure a quelle che mi sembrassero contenere alterazioni giornalistiche o politiche.



Il 19 novembre 2008 si tiene un consiglio di facoltà in cui, in seguito ad offerte avanzate dalla città di Gorizia, viene dato mandato all’amministrazione della facoltà di portare avanti le trattative per un eventuale trasferimento della facoltà a Gorizia, se supportato da adeguati finanziamenti da parte di enti pubblici o privati della stessa città.

Il 15 gennaio 2009 si tiene il convegno “Gorizia nel sistema universitario regionale”, organizzato dal Partito Democratico di Gorizia. Alla provocazione del segretario comunale Cingolani, sulla possibilità di chiusura delle sedi goriziane, Piergiorgio Gabassi, direttore del polo didattico goriziano, risponde con un annuncio: la facoltà di architettura di Trieste si sposterà a Gorizia. La decisione appare definitiva e la sede destinata è quella di via Alviano.

Nello stesso giorno viene pubblicato un comunicato stampa in cui il consigliere regionale del Pdl Gaetano Valenti, confrontatosi con l’assessore al lavoro e formazione Alessia Rosolen, afferma che nella prospettiva di una miglior gestione delle risorse disponibili, bene si colloca il trasferimento di architettura a Gorizia, che potrebbe ospitare anche la Fondazione per la gestione integrata degli atenei regionali.

Sul Messaggero Veneto del 19 gennaio, il presidente del Consorzio universitario Nicolò Fornasir precisa: stiamo lavorando sul tema da due anni, si auspicava di portare a Gorizia le facoltà di architettura di entrambi gli atenei regionali (quello di Udine è un corso di laurea e non una facoltà, ndr) in questo modo si sarebbero realmente razionalizzate le risorse .

Il 22 gennaio compare sui giornali la notizia dell’ufficializzazione dello spostamento. La decisione sarebbe stata presa nel precedente senato accademico, tenutosi all’inizio della stessa settimana. Vengono confermate tutte le voci precedenti: spostamento del biennio della laurea magistrale, da ospitarsi nell’edificio di via Alviano, a partire dal prossimo anno accademico. Il tutto sarebbe merito anche dello sforzo del sindaco Romoli, che sarebbe riuscito a coinvolgere Camera di Commercio e Fondazione Carigo per il finanziamento del progetto.

Il 26 gennaio si riunisce un’assemblea degli studenti della facoltà, a cui partecipano più di duecento persone, e che produce una lettera firmata poi da trecento iscritti che viene inviata alle autorità accademiche, a quelle politiche ed alla stampa. Il parere è unanimemente contrario alla proposta. Viene lamentata inoltre una mancanza di trasparenza, dal momento che gli studenti vengono a conoscenza degli sviluppi esclusivamente dalla stampa, nonostante le ripetute richieste di chiarimenti dirette al Preside. Si mette in dubbio che il territorio isontino possieda la ricchezza di insediamenti idonea ad ospitare una facoltà di architettura. Si auspica una reazione da parte della politica triestina per trattenere la facoltà.

L’8 febbraio Alessandro Carmi, vicesegretario e consigliere comunale del Pd di Trieste, presenta un’interrogazione al Sindaco e all’assessore competente chiedendo loro delucidazioni riguardo la questione, considerando una beffa per Trieste l’eventuale perdita della facoltà.

Il 10 febbraio il consigliere del Pdl Camber, in seguito all’incontro con due dei rappresentanti degli studenti, dichiara la propria posizione, contraria allo spostamento della facoltà a Gorizia, considerandolo uno scippo alla città di Trieste, in particolare in relazione agli investimenti passati, paventando al contempo l’aumento degli sprechi in particolare nel raddoppiamento dei supporti didattici, in contrasto all’iniziale ipotesi di accorpamento dei corsi dei due atenei regionali.

L’11 febbraio, alla presenza di un gruppo di studenti e rappresentanti degli stessi, viene discussa e approvata all’unanimità dal Consiglio Comunale di Trieste una mozione sottoscritta dai capigruppo della maggioranza che esprime la contrarietà al trasferimento della facoltà.

Lo stesso giorno, il consigliere regionale del Pd Franco Brussa difende la scelta di portare il biennio magistrale a Gorizia, leggendola come opportunità di valorizzazione e di miglior impiego della sede lì posseduta, e sottolineando la possibilità di farne un punto di riferimento prestigioso per un bacino d’utenza ancora più ampio.

Il 23 febbraio vengono pubblicate delle nuove considerazioni del presidente del Consorzio per lo sviluppo del Polo universitario Nicolò Fornasir, che ribadisce come la giusta strada da seguire sia per lui e per il consorzio che rappresenta quella della creazione di un'unica facoltà comune ai due atenei piuttosto che quella dello spostamento di un solo spezzone della facoltà di Trieste.

Il 4 marzo due dei rappresentanti degli studenti incontrano l’assessore al lavoro e formazione Alessia Rosolen, congiuntamente al consigliere Camber, per discutere la situazione. Le conclusioni sono che sfumata la possibilità di accordo con Udine la regione non ha più motivo di intervenire, ma che al contempo da parte della facoltà non sarebbero state tentate, negli ultimi mesi almeno, strade alternative al trasferimento che prevedessero per esempio richieste d’aiuto economiche agli enti locali.

Il 9 marzo si riunisce un’assemblea di studenti a cui partecipano quasi un centinaio di persone. Intervengono il professor Vittorio Torbianelli, a titolo personale, ed i consiglieri Everest Bertoli e Piero Camber. Secondo questi ultimi non sarebbero state prese in considerazione tutte le alternative possibili in Trieste. Il professor Torbianelli sostiene la bontà del progetto di trasferimento ponendo al contempo alcune condizioni quali ad esempio la garanzia per tutti gli iscritti di poter concludere gli studi nella città di Trieste. Precisa inoltre la difficoltà di reperire stabili che siano adatti ad ospitare una facoltà e che non siano solo proposte astratte. Gli studenti chiedono di far parte di un commissione tecnica per la definizione dei dettagli, e chiedono che ogni decisione venga rimandata dopo aver indagato approfonditamente tutte le possibilità di rimanere a Trieste.

Il 10 marzo si riunisce il Consiglio di Facoltà. I rappresentanti degli studenti espongono le proprie perplessità e criticano la mancanza di trasparenza nei mesi passati; l’amministrazione della facoltà si giustifica ricordando una lettera ai consiglieri del 21 gennaio 2009 (ultima comunicazione arrivata ai rappresentanti degli studenti). In seguito ad alcune dichiarazioni di voto, tra favorevoli e contrari, ed all’esposizione delle condizioni da porre alla delibera, si procede con la votazione. Questa dà esito favorevole allo spostamento del corso di laurea triennale presso la sede di via Alviano a Gorizia, a partire dal primo anno, a patto che vengano rispettate una serie di condizioni poste dal Consiglio. Queste condizioni riguardano principalmente l’entità del finanziamento e le caratteristiche della sede.

Alessandro Bettoso
11 marzo 2009


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