Nell’ottica del “mejo cussì che prima” o del “almeno i ga fato qualcosa” la nuova piazza ci può stare. Ma se si pensa ai soldi spesi per l’esecuzione e per la progettazione c’è da chiedersi se proprio non si poteva fare meglio....
La piazza è chiaramente disegnata in pianta con la successione rettilinea di fasce pavimentate e aiuole alberate, e in mezzo, simmetricissima, la statua di Massimiliano. Non si può parlare di scelta originale, ma va bene. La visuale viene convogliata verso la continuazione ideale sul molo pescheria (che forse prima o poi cesserà di essere un parcheggio) e il panorama del golfo e del castello di Miramare. Peccato che dall’altro lato, la prosecuzione ideale nel cuore del borgo Giuseppino verso il Rivoltella e via Torino sia tranciata da una striscia di asfalto e soprattutto da colonnette con catenelle di sbarramento. Così il percorso pedonale, anziché proseguire diagonalmente come invita l’occhio e il buonsenso, è dirottato in un passaggio angolare sul lato stretto del marciapiede opposto. Il tutto ovviamente ne simmetrico ne centrale all’impianto voluto per la piazza.
La pavimentazione è stata eseguita con il recupero dei bei masegni antichi con un andatura nell’isola centrale a dosso che ben si confà alla prospettiva. Lateralmente è stata utilizzata la medesima pietra, peccato però che sia stata pitturata con striscione segnaletiche bianche e gialle per le corsie e la fermata dei bus. Chissà se forse un maggior integrazione…..
Sul tratto prospiciente le rive invece è stata posta una corsia parallela di pietre moderne. E’ probabile la volontà di dare continuità al resto della pavimentazione dei marciapiedi del lungomare, e solo con pignoleria si potrebbe puntualizzare il mancato allineamento con questi, ma la pitturazione di strisce pedonali sulle pietre nuove con un bizzarro andamento diagonale salta proprio nell’occhio.
L’arredo urbano è stato risolto con la sistemazione di panchette monoposto che risolvono una volta per tutte la polemica dell’anno scorso sui barboni. Le postazioni, in fila e simmetriche, sono costituite da cubotti di calcestruzzo rivestiti di lastre di pietra di Aurisina: una rigidità che un po’ stona con la morbidezza degli altri materiale e c’entra poco con le altre pietre utilizzate, arenaria per la pavimentazione e pietra d’Istria per il basamento della statua. Lo zoccolo delle panchette, lasciato a vista è troppo alto per dare un effetto che non sia brutto e inoltre vi sono state applicate delle strisce di illuminazione a led che dovevano assolutamente essere integrate e nascoste.
Per fortuna la statua di Massimiliano riesce con la sua grazia a dare un tono di dignità all’insieme.
testo: Jo
foto: Lampa
La piazza è chiaramente disegnata in pianta con la successione rettilinea di fasce pavimentate e aiuole alberate, e in mezzo, simmetricissima, la statua di Massimiliano. Non si può parlare di scelta originale, ma va bene. La visuale viene convogliata verso la continuazione ideale sul molo pescheria (che forse prima o poi cesserà di essere un parcheggio) e il panorama del golfo e del castello di Miramare. Peccato che dall’altro lato, la prosecuzione ideale nel cuore del borgo Giuseppino verso il Rivoltella e via Torino sia tranciata da una striscia di asfalto e soprattutto da colonnette con catenelle di sbarramento. Così il percorso pedonale, anziché proseguire diagonalmente come invita l’occhio e il buonsenso, è dirottato in un passaggio angolare sul lato stretto del marciapiede opposto. Il tutto ovviamente ne simmetrico ne centrale all’impianto voluto per la piazza.
La pavimentazione è stata eseguita con il recupero dei bei masegni antichi con un andatura nell’isola centrale a dosso che ben si confà alla prospettiva. Lateralmente è stata utilizzata la medesima pietra, peccato però che sia stata pitturata con striscione segnaletiche bianche e gialle per le corsie e la fermata dei bus. Chissà se forse un maggior integrazione…..
Sul tratto prospiciente le rive invece è stata posta una corsia parallela di pietre moderne. E’ probabile la volontà di dare continuità al resto della pavimentazione dei marciapiedi del lungomare, e solo con pignoleria si potrebbe puntualizzare il mancato allineamento con questi, ma la pitturazione di strisce pedonali sulle pietre nuove con un bizzarro andamento diagonale salta proprio nell’occhio.
L’arredo urbano è stato risolto con la sistemazione di panchette monoposto che risolvono una volta per tutte la polemica dell’anno scorso sui barboni. Le postazioni, in fila e simmetriche, sono costituite da cubotti di calcestruzzo rivestiti di lastre di pietra di Aurisina: una rigidità che un po’ stona con la morbidezza degli altri materiale e c’entra poco con le altre pietre utilizzate, arenaria per la pavimentazione e pietra d’Istria per il basamento della statua. Lo zoccolo delle panchette, lasciato a vista è troppo alto per dare un effetto che non sia brutto e inoltre vi sono state applicate delle strisce di illuminazione a led che dovevano assolutamente essere integrate e nascoste.
Per fortuna la statua di Massimiliano riesce con la sua grazia a dare un tono di dignità all’insieme.
testo: Jo
foto: Lampa
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